Il servizio a tavola nel ‘700

Il servizio alla francese negli schemi di Vincenzo Corrado

Vi ho già parlato di Vincenzo Corrado e dei suoi meravigliosi banchetti nelle corti napoletane nella pagina A tavola con i Borbone.

In questa pagina possiamo vedere come era disposto a tavola un banchetto di corte secondo l’organizzazione del servizio alla francese.

Secondo l’etichetta, questo banchetto si svolgeva in quattro servizi consecutivi, ma nelle corti borboniche viene semplificato in sole due imbandigioni.

E’ da tener presente che i commensali si servono da soli e attingono direttamente dai vassoi con l’ausilio di cucchiai e forchette appositamente disposti.

La prima imbandigione comprendeva 36 piatti diversi, la seconda appena 32. Attenzione, ci stiamo riferendo ad un pranzo per 32 commensali, i quali non mangeranno tutto ciò che sarà servito, ma solo ciò che per vicinanza potranno raggiungere comodamente.

Primo servizio

Due zuppe e due potages nelle zuppiere grandi

Quattro terrine nei bacili grandi

Otto hors-d’ouvres nelle schifette triangolari

Otto entrèes nelle schifette rotonde

Otto piccole entrèes nelle schifette ottagonali

Quattro relever

Tavola del primo servizio

La disposizione degli invitati e delle pietanze segue un sistema denominato “a crociera” che associa l’importanza del convitato all’importanza delle pietanze.

Il capotavola, seduto sempre di fronte rispetto all’ingresso della sala sarà il numero 1 e poi dalla destra del primo al centro il secondo e così via in modo sempre da formare una croce.

Le zuppe ed i potages restavano sul desco per tutta la durata del servizio e potevano essere riscaldate immergendo le zuppiere nelle navelle con l’acqua calda.

Le terrine contenevano bocconcini di carne, fricassee e intingoli appetitosi, mentre le hors-d’ouvrèe o piatti d’apertura altri piatti d’aperitivo.

Le entrées si dividevano in grandi e piccole: le grandi contenevano timballi, pasticci e sortù (sartù con vari ingredienti) mentre le piccole piatti di cacciagione.

La chiusura della prima imbandigione era riservata ai relevers o piatti-sorpresa: trionfi riccamente addobbati di cinghiale, porchetta, tacchini e tutto ciò che potesse fare bella mostra di sé.

Dopo un più o meno lungo intervallo, per dare modo ai camerieri di riallestire la tavola cambiando la tovaglia, i piatti e i vini.

Secondo servizio

Quattro pezzi freddi

Quattro arrosti

Otto piccole entremets quadrate

Otto grandi entremets nelle schifette

Otto entremets rotonde (entremets dessert)

La ripresa avveniva degustando cose dolci per cambiare sapore: croccanti alle mandorle o a vari gusti: il corrispondente del nostro sorbetto)

Arrosti di selvaggina e “volativi” (starne, beccacce, tordi, cervi, etc.) precedevano i piatti di verdura, piccoli intermezzi di stagione (tartufi, funghi, spinaci…) mentre gli intermezzi grandi comprendevano anche frutti di mare, gamberetti, ostriche e altri pesci.

La lista degli intermezzi finali comprendeva ben otto dessert: torte, creme, budini, pasticciati, bignè, marmellate e tutto quello che l’estro del cuoco pasticcere potesse creare.

Finito il banchetto si poteva finalmente accedere ai saloni per gustare un’ottima cioccolata digestiva accompagnata da confetti, gelatine, cotognate e pasticcini.