Il revisionismo sulla pizza su National Geographic

A proposito della storia della pizza margherita, oggetto dell’ultimo appuntamento presso la pizzeria Carmnella (che sarà ripetuto quanto prima date le numerose richieste) condivido un articolo di Braden Philips, giornalista e professore associato della Facoltà di Scienze, Ingegneria e Tecnologia dell’Università di Adelaide.

La pizza Margherita può essere degna di una regina, ma ha davvero il nome di una?

L’iconico piatto napoletano avrebbe preso il nome da una regina italiana dopo averlo assaggiato a Napoli, ma alcuni dicono che la teoria sia un po’ a metà.

DI BRADEN PHILLIPSPUBBLICATO IL 19 APRILE 2022, 11:07 BST

Pizza

La pizza è uno dei piatti più amati in tutto il mondo. Questa semplice combinazione di focaccia al forno, pomodori e formaggio fiorì in Italia e poi si diffuse negli Stati Uniti all’inizio del XX secolo con gli immigrati italiani. La popolarità della pizza esplose in America, diventando onnipresente in tutta la nazione, raggiungendo il Regno Unito negli anni successivi alla seconda guerra mondiale.

Ci sono molti stili diversi di pizza, ma solo uno ha un pedigree reale. La storia delle origini iniziò quando la regina d’Italia visitò Napoli nel 1889. Passeggiando per le vie del centro città, la regina Margherita e suo marito hanno annusato un delizioso profumo che si diffondeva da una pizzeria.

Incuriositi, la coppia ha invitato lo chef del locale, Raffaele Esposito, a Palazzo Capodimonte, in città, per cucinare lì il piatto per loro. Esposito ha preparato tre diversi tipi di pizza. Un’opzione emulava i colori della bandiera italiana: presentava pomodori rossi, mozzarella bianca e basilico verde fresco.

Husband and wife
Raffaele Esposito e Maria Giovanna Brandi

Il giorno seguente Esposito ricevette una lettera di Camillo Galli, capo dei Servizi della mensa della Real Casa, che diceva: “Stimo signor Raffaele Esposito. Confermo che i tre tipi di pizza da voi preparati per Sua Altezza Reale la Regina sono risultati eccellenti”. Sebbene Margherita abbia apprezzato tutte e tre le pizze, ha dichiarato che la rossa, la bianca e la verde erano le sue preferite. Esposito la intitolò a lei, e così nacque una classica specialità napoletana.

Pizza e patriottismo

Questa storia, con variazioni, continua ad essere raccontata in guide turistiche, libri di cucina e storie di cibo. Ha gli ingredienti giusti per l’appeal popolare: il motivo fiabesco di una regina che assaggia il cibo della gente comune, e le sfumature patriottiche incarnate dai colori della pizza e dalla bandiera italiana.

Gli aspetti della storia sono stati verificati. Gli storici confermano che nel 1889 Esposito era proprietario di una pizzeria (che, per coincidenza, aveva ribattezzato Pizzeria La Regina d’Italia sei anni prima). Umberto e Margherita erano infatti a Napoli quando la lettera della pizza fu spedita l’11 giugno 1889. Galli era il capo dei Servizi della mensa della Real Casa, e i reali avevano motivo di ingraziarsi i napoletani, che avevano irritato dalle alte tasse del nuovo Regno d’Italia.

Il movimento per liberare l’Italia dal dominio straniero era iniziato nei primi anni del 1800. Nel 1861 l’Italia meridionale e Napoli furono strappate ai suoi sovrani borbonici (che erano legati alla Spagna) e fu proclamato il Regno d’Italia indipendente.

L’inclusione di Roma nel nuovo regno nel 1870 completò l’unificazione. Nel 1878 fu incoronato il secondo re d’Italia: Umberto I, con Margherita come regina. L’Italia unita, la sua bandiera e la sua monarchia, invece, erano concetti nuovi e non apprezzati da tutti. Nel primo anno del suo regno, Umberto sopravvisse a un attentato a Napoli. Il cibo, quindi, potrebbe essere un unificatore, in particolare una pizza napoletana, fatta con i colori della bandiera, decantata – e da cui – la regina.

Sto inventando un mito

La pizza Margherita era un astuto pezzo di diplomazia culinaria realizzata da funzionari reali? Far assaggiare alla famiglia reale il cibo della gente sarebbe un modo per conquistare cuori e menti. Tradizionalmente, la storia delle origini è stata interpretata in questo modo. Secondo recenti ricerche, tuttavia, la storia non è solo quella, una storia, ma basata sulla contraffazione.

Gli storici del cibo hanno trovato diversi buchi chiave nel racconto. Probabilmente la cosa più schiacciante è che il piatto esistesse almeno tre decenni prima di qualsiasi visita reale a Napoli. In una raccolta di saggi del 1853 sulle usanze napoletane, l’autore Emanuele Rocco descrive una pizza condita con “basilico, muzzarella, e pomodoro”: basilico, mozzarella e pomodori.

I registri locali non rivelano alcun riferimento contemporaneo all’incidente della pizzeria Esposito. La Gazzetta del Regno d’Italia , che pubblicava notizie reali, non fa menzione della visita della regina o della lettera di Galli a Esposito. Campioni della calligrafia di Galli sono stati confrontati con la firma della lettera inviata a Esposito; non corrispondono. 

Quindi se Galli non ha scritto la lettera a nome della regina, chi l’ha fatto? Un possibile indizio sta nel nome del destinatario della lettera: Raffaele Esposito Brandi. L’inclusione di questo secondo cognome è strana. La moglie di Raffaele Esposito, Maria Giovanna, aveva il nome da nubile di Brandi. Tradizionalmente, gli uomini europei non prendono i cognomi delle loro mogli, quindi Esposito non avrebbe usato Brandi. C’erano però due persone legate alla pizzeria che l’avrebbero fatto: Giovanni e Pasquale Brandi, i nipoti di Maria che rilevarono la pizzeria nel 1932.

Una teoria è che i fratelli Brandi, cercando di fare affari, abbiano inventato la bufala. Dopo aver ribattezzato lo stabilimento Pizzeria Brandi nel 1932, la lettera da loro presumibilmente falsificata doveva avere un riferimento al nome Brandi. In Italia erano diffusi i racconti dei reali che mangiavano cibo da strada. Nel 1880, un decennio prima dell’invio della lettera della pizza, una storia simile apparve sul quotidiano Il Bersagliere, in cui la regina Margherita elogiava le mercanzie di un pizzaiolo.

La pizzeria Esposito è ancora in attività oggi e si chiama ancora Pizzeria Brandi. La veridicità della storia della pizza Margherita è ancora in discussione, ma nel 1989, in occasione del 100° anniversario dell’intitolazione della pizza, fu apposta sulla parete esterna una targa commemorativa.