Il vino dolce e speziato con una storia molto antica
Da Creta a Roma
L’ippograsso è una bevanda di vino speziato che nasce ai tempi della civiltà minoica e, attraverso i greci, giunge fino a Roma e oltre.
Usato nell’antica Creta per celebrare il symposium, suggellava gli accordi tra i patera della polis, divenendo in età romana una bevanda da banchetto.
L’ippograsso è figlio dell’usanza antica di non bere mai il vino assoluto, troppo ricco di residui e nocivo per la salute.
Per ottenere una bevanda pura era, infatti, necessario allungare il vino con l’acqua, addolcirlo con il miele e speziarlo leggermente.
Il mistero del nome è legato alla sua stessa funzione: bevanda ippocratica, ossia da Ippocrate, poiché nella tradizione medica dell’epoca l’aggiunta di spezie e miele aveva forti proprietà curative.
La denominazione ippograsso (o ippocrasso o Hypocras ) però si rinviene nelle fonti a partire solo dal XIV° secolo.
Cannella e zucchero di canna
La bevanda tornò in auge nel Medioevo, a seguito dell’inizio dell’importazione dello zucchero di canna dalle isole Molucche presso l’attuale Indonesia.
L’ippograsso ebbe un grande riscontro in Europa, principalmente presso i ceti più abbienti, presso i quali lo zucchero sostituì in breve tempo il miele.
Ogni corte lo offriva a fine banchetto e ogni cucina aveva la sua ricetta: chiodi di garofano, noce moscata, erba stella, macis, galanga…
Il procedimento richiedeva un più o meno lungo tempo di preparazione, in quanto l’infusione della miscela di spezie nei tini avveniva a freddo.
Il vino di base doveva essere di ottima qualità e di buon corpo in modo da assorbire bene lo zucchero e aumentare di gradazione alcolica.
Dopo un banchetto abbondante, la coppa d’ippograsso era la conclusione ideale: favoriva la digestione e conciliava il sonno.
Il successo dell’ippograsso continuò per secoli: esistono ricette di corte fino al XIX° secolo con sempre diversi ingredienti e composizioni.